Santuario della Beata Vergine della Costa di San Gallo


Il Santuario della Costa di San Gallo, unico nella Media Valle Brembana, nacque da un evento miracoloso avvenuto il 4 aprile 1492: Caterina Lupis, in preghiera davanti a un’immagine della Madonna, vide sgorgare gocce di sangue dal dipinto. La notizia si diffuse rapidamente e si verificarono altri segni miracolosi, tra cui la guarigione di una donna malata. L’8 maggio dello stesso anno il vicario generale Bartolomeo Assonica riconobbe ufficialmente il miracolo. L’immagine fu trasferita nella chiesa di San Gallo, ma per tre notti consecutive scomparve per riapparire misteriosamente nella casa dei Lupis, segno interpretato come volontà della Madonna di rimanere in quel luogo. Per espiazione, il rettore di San Gallo si recò per trenta giorni alla Costa flagellandosi e venne costruita una cappella sul sito dell’apparizione.

Pergamena miracolosa

Nel 1765 fu posta la prima pietra della nuova chiesa, completata nel 1782; nel 1862 il vescovo Speranza ne confermò l’autenticità dei miracoli. L’edificio, con portico settecentesco e campanile in pietra viva, presenta una pianta ellittica con cupola ellissoidale e presbiterio rialzato. La facciata, armoniosa e classica, è ornata da un grande finestrone istoriato e da medaglioni dei santi Gioacchino e Anna.
All’interno si ammirano opere di Carlo Ceresa, tra cui la Madonna col Bambino e i Santi e il Cristo Crocifisso con i Santi Giovanni Battista, Francesco e Pietro, e dipinti di Mauro Piccinardi come Maria presentata al Tempio, La Nascita di Maria e La Fuga in Egitto. L’altare maggiore, in legno policromo, custodisce l’immagine miracolosa della Madonna col Bambino in china su pergamena. La cupola raffigura l’Assunta, mentre nel presbiterio si trovano affreschi con angioletti.
Nella “camera del miracolo” si conservano pitture cinquecentesche e seicentesche. Il 15 gennaio 1892 il Capitolo Vaticano concesse la corona d’oro all’immagine, incoronata solennemente nell’ottobre dello stesso anno con grande partecipazione di popolo e autorità. Da allora il santuario è rimasto un centro di devozione mariana e testimonianza di fede per tutta la Valle Brembana.

Crocifissione, Carlo Ceresa

Fonte: “Le nostre 25 chiese” a cura di Tarcisio Bottani, Enzo Rombolà, Wanda Taufer


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