La chiesa della Santissima Trinità di Dossena si colloca lungo la Via Mercatorum, una delle più importanti reti di comunicazione della valle sin dall’epoca medievale. Si trattava di una rete di sentieri nati in maniera spontanea e solo successivamente battezzata dagli studiosi con questo nome.
Essa partiva dalla città di Bergamo per raggiungere la Valtellina passando per Dossena. Dalla Valtellina era poi possibile raggiungere i Grigioni, il centro Europa. La Via Mercatorum, come suggerisce anche il suo nome, fu quindi una fondamentale arteria commerciale.
La costruzione della chiesa della SS. Trinità risale probabilmente al XIV secolo, ma si tratta solo di un’ipotesi. I primi documenti di cui siamo in possesso infatti, riguardano dei lavori di rifacimento effettuati nel 1500 e l’ampliamento della struttura nel 1600.
Esternamente l’edificio è semplice e spoglio, di ridotte dimensioni. L’ambiente ha pianta quadrangolare, un portico esterno solo su un lato e una copertura a capanna.


All’interno si conserva nella lunetta della volta del presbiterio un affresco che sembrerebbe risalire all’epoca di fondazione (databile quindi tra il 1300 e il 1500). Si tratta di una Crocifissione, oggi solo parzialmente conservata. I santi rappresentati potrebbero essere S. Rocco oppure S. Giacomo patrono dei viandanti e dei pellegrini, trattandosi di un luogo di culto nato su una via di passaggio. Si intravede la Madonna e altri due Santi non riconoscibili. È curioso lo scenario rappresentato dietro ai personaggi che sembra essere un paesaggio montano e con castelli. Si intravede anche la raffigurazione di un edificio con il campanile a punta in stile romanico. Secondo i documenti, la chiesa plebana (attuale parrocchiale) prima del ‘500 doveva avere quell’aspetto, quindi potrebbe essere la più antica raffigurazione della chiesa plebana di Dossena di cui siamo in possesso.
Ai lati di Cristo crocifisso è possibile notare la rappresentazione del Sole e della Luna, un’iconografia insolita e curiosa. I simboli, disposti simmetricamente, potrebbero voler significare il valore universale e cosmico del sacrificio della croce. Una seconda ipotesi invece si richiamerebbe alla dottrina di Sant’Agostino, secondo il quale i due simboli si collegano all’Antico testamento (simboleggiato dalla Luna) e al Nuovo (simboleggiato dal Sole). Come per dire che tutto ciò che è stato nell’antico testamento, si può comprendere alla luce del sacrificio contenuto nel nuovo.
All’interno della chiesa erano conservate anche altre opere, oggi spostate all’interno della casa arcipresbiteriale.

